In un momento come questo, in cui un virus ci costringe ad annullare i contatti dal vivo, sono aumentate le interazioni abilitate dalla tecnologia.
È una risposta al reale collasso delle relazioni sociali, percepito duramente da una società come la nostra, da sempre abituata alla massima libertà e pertanto più vulnerabile all’isolamento e alla solitudine.
Cynthia M. Boyd, MD, Professore alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, ha recentemente detto: “Dobbiamo abilitare le persone a rimanere più connesse possibile. Dobbiamo pensare a ciò che gli individui possono fare, ma anche a ciò che noi come vicini e società possiamo fare”.
Isolarci a casa ci sta paradossalmente facendo sentire più vicini.
Nelle ultime settimane ognuno di noi ha potuto constatare come, ogni volta che ha navigato il proprio browser preferito, ha preso visione di iniziative di ogni tipo e scopo quale palese risposta a questa situazione eccezionale.
Ognuna di queste iniziative, promossa da privati, associazioni, istituzioni o aziende, aveva una cosa in comune: avvicinare le persone, nel momento in cui siamo tutti costretti ad avvicinarci di meno.
Ecco dunque perché abbiamo visto nascere anche alle nostre latitudini, in parte mutuate dall’Italia – Paese sociale per eccellenza, l’aperitivo via canali social, gli applausi coordinati dal balcone di casa, le lauree e le feste di compleanno in streaming.
È in momenti come questi che le nostre Imprese devono dimostrare di “esserci”, senza approfittare della situazione, ma mettendo a disposizione il proprio contributo.
È giunto il momento per rendere “reale” la nostra propensione alla crescita della Società che ci alimenta e che ci consente, a nostra volta, di redistribuire quanto ci viene dato.
Oggi più che mai, attraverso i Social media e tutti gli altri strumenti che la Rete ci mette a disposizione, possiamo e dobbiamo sfruttare ogni nostra attitudine per aiutare le persone a stare e e a starci vicine (anche se virtualmente).