La tecnologia ci sta dando oggi un sacco di strumenti per implementare la comunicazione che fino a poco tempo fa ci sarebbero sembrati pura utopia. Tuttavia, anche se molti di questi strumenti stanno avvicinando sempre più persone e imprese al settore della comunicazione professionale, è molto importante saper valutare bene quali sono le soluzioni che meglio si adattano alle necessità specifiche di chi vuole comunicare.

Una cosa fondamentale da considerare quando si cerca di agganciare e fidelizzare un cliente, è infatti che i grandi marchi multinazionali hanno strumenti ed esigenze comunicative molto diverse da una piccola/media impresa locale, quindi proporre soluzioni uguali per attori tanto differenti è inutile, oltre che disonesto.

Per questa ragione escludere alcune forme di pubblicità a priori per dare esclusivo spazio alle ultime soluzioni tecnologiche è spesso poco saggio: viviamo ancora in un contesto dove (nonostante le attuali limitazioni e le esigenze di sicurezza) il contatto umano è importante. E certe tipologie di sensazioni e di percezioni non possono essere sostituite semplicemente da una strategia full-digital, come molti vorrebbero farci credere.

Per esplicitare meglio questo concetto, farò un esempio: se vendessi auto e furgoni, e un giorno un giardiniere venisse da me per comprare un mezzo adatto a trasportare vasi e piante dal suo vivaio al luogo dove dovrà piantarli, sarebbe mio dovere proporgli un furgoncino spazioso, che consumi il meno possibile e che magari sia pure semplice da parcheggiare.
Ma se invece di mostrargli un furgone gli proponessi una limousine, cosa otterrei?
Beh, se fosse uno a cui piacciono le auto di lusso e un po’ spettacolari, probabilmente farei vagare la sua immaginazione per un totale di 5 minuti. Ciononostante, sarei davvero molto lontana dal soddisfare le sue esigenze e il giardiniere si accorgerebbe immediatamente del fatto che starei mettendo il mio profitto personale davanti alle sue necessità.

Per la comunicazione non è diverso: se il comportamento del target che intendo raggiungere è focalizzato su mezzi di comunicazione offline, è inutile proporre un sistema integrato di tecnologie per la comunicazione online. Ad esempio, perché proporre adesivi per dentiere su TikTok quando so che è il social prediletto dai giovanissimi? Certo, magari posso intercettare un nipote premuroso che vuole fare un regalo a sua nonna, ma sarebbe un po’ come sparare a una mosca con un cannone, no?

Il digitale (e lo dico da Social Media Manager) può aiutarci a raggiungere luoghi che non avremmo mai pensato di esplorare e ci consente di amplificare le nostre esperienze comunicative all’inverosimile. Detto questo, non dobbiamo mai dimenticare che l’essere umano è una creatura sociale, che soffre (tranne in alcuni rari casi) della privazione della relazione diretta, e questo periodo di distanziamento sociale forzato lo sta dimostrando.

Ecco perché il contesto socioculturale in cui l’azienda si trova e le caratteristiche del target che intende raggiungere sono elementi fondamentali da tenere in considerazione quando si struttura una strategia comunicativa di un cliente. Perché, a volte, le risposte migliori non si trovano guardando avanti col paraocchi, ma anche ripercorrendo il passato.

E se ancora non ci credete, pensate a quanto sono tornati di moda i giradischi negli ultimi 5 anni… mica erano “roba superata”?